Chiaramente non è possibile sapere con esattezza di cosa si parlerà e quali saranno le domande. Eppure in linea di massima ci sono degli argomenti che spesso si ripetono…. E in genere il selezionatore porrà domande sulle competenze (professionali e di abilità) che riguardano quel determinato lavoro.
- Di solito si cerca sempre di mettere a proprio agio il candidato con una domanda quasi di rito: “Mi parli un po’ di lei…”. Parlare di sé in un colloquio di lavoro non significa aprirsi come se davanti ci fosse uno psicologo o psicoterapeuta. Niente piagnistei su esperienze lavorative sbagliate o rimpianti. Piuttosto dirottate questa domanda aperta verso temi e argomenti che riguardano esattamente quel lavoro. Magari evidenziate le passioni affini e il percorso di studi conseguiti.
- “Mi parli delle sue esperienze…”. Il selezionatore è interessato alle vostre competenze professionali piuttosto che al vostro vissuto. In ogni caso dipenderà anche dal lavoro per il quale vi siete candidati. Nell’ipotesi di un impiego in banca, parlare di sé potrà significare parlare delle proprie esperienze nel mondo della finanza, dei propri percorsi scolastici, delle proprie passioni per le materie economiche e via dicendo. Parlate delle esperienze che siano direttamente collegate con l’impiego offerto. Siate il più possibili sintetici. Non dilungatevi troppo. Potreste non essere l’unico candidato che il selezionatore dovrà ascoltare quel giorno. La sintesi è sintomo di forti capacità decisionali.
- Se al momento del colloquio siete già impiegati in un’altra società, magari concorrente alla stessa per cui vi siete candidati, vi può essere rivolta la domanda: “Come mai ha deciso di cambiare lavoro?”. Qui potrebbe giocarsi la vostra opportunità. Non elencate le difficoltà e i diverbi interni che vi spingono a lasciare l’impiego. Non sono visti di buon occhio. Passate addirittura per soggetti difficili. Nessuno ama lavorare fianco a fianco con persone poco socievoli. Quindi niente problemi personali o di lavoro. Descrivete le vostre ambizioni.
- “Mi parli dei suoi punti di forza/debolezza?”. Siate sempre sereni e raccontate il vero. Elencate le vostre abilità, conoscenze, e terminate esprimendo interesse a lavorare proprio per quell’azienda. Sui punti di debolezza è meglio essere sinceri, ma non esponetevi troppo. Se il vostro punto debole è la testardaggine vedetela più come tenacia nel raggiungere i propri obiettivi. La superiorità di contro non piace a nessuno.
- “Perché vuole lavorare con noi?”. Per rispondere a questa domanda occorre prepararsi sulla storia dell’azienda. Sapere di cosa si occupa, il mercato di posizionamento e i suoi clienti è una marcia in più. Significa che avete un vero interesse a lavorare per loro.
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